KEY GALLERY
Via Corsieri 12, Milano
17 Marzo – 7 Aprile 2016
Flycat, all’anagrafe Luca Massironi è riconosciuto come figura di spicco del panorama Hip Hop e Graffiti Art internazionale. La forte carica emotiva che da sempre lo contraddistingue, lo ha portato al di là di quelli che possono essere gli schemi pre-definiti del graffitismo, collaborando con diversi artisti appartenenti ad altrettanti diversi modi di “creare”, spaziando così dalla fotografia alla grafica, dalla musica alla poesia, al giornalismo, dal design alla video art e alla moda. La sua carriera inizia nei primi anni ’80. Dal ’90 si confronta con i grandi maestri della scena newyorkese dell’Arte Urbana. Dal 1995 trascorre lunghi periodi a East Los Angeles, California, collaborando con alcuni tra i più noti artisti della West Coast tra cui Chaz Bojorquez, Retna, ed il poeta Luis J. Rodríguez. Sempre a Los Angeles registra il suo terzo album Hip Hop uscito nel 2006, dal titolo: Our Sign, prodotto dalla formazione statunitense “The Psycho Realm-Sick Symphonies”. Nel 2010, l’artista di New York “Rammellzee” (1960-2010) lo nomina suo discepolo conferendogli il grado di “Y-1”, difensore della 25ª lettera. Nel 2012, diviene l’immagine uomo per la collezione di Les Copains. 2013, crea il proprio Manifesto: Futurismo Celeste.
”I segni dell’alfabeto non furono stabiliti dall’azzardo o dal capriccio dell’uomo,bensì dall’intervento divino, cosa che li fa convenire e concordare con i corpi celesti.”
Agrippa von Nettesheim
Desideravo esporre dei lavori capaci di mostrare lo sviluppo della mia ricerca, non ho mai reputato fondamentale in un’opera il grado di tecnica adoperata per la sua realizzazione quanto l’energia che l’opera stessa deve possedere, mi piace chiamarla “pura cosmicità”. Il passato è una parte fondamentale nella mia evoluzione, quello inconscio, quello emozionale, quello grazie alle persone incontrate lungo il mio eterno viaggio attraverso le prove affrontate sia vittoriosamente che quelle che decretarono una se pur ‘temporanea’ scon tta. L’esperienza sul campo è quella che non ti ab- bandonerà mai; il principale elemento nella mia ricerca è dato da una composizione alchemico-ce- leste di questi elementi, dove tutto ogni volta si combina insieme pronto a sprigionare la propria forza e a riversarla in quella che diverrà la prossima creazione. L’unico quadro in mostra datato 2016 è stato realizzato a gennaio, mese di nascita di mia madre che persi nel 1989, si intitola con il suo nome: MIRA. Mia mamma era una donna semplice di origini contadine, aveva lunghi capelli neri, la pelle olivastra dalla quale orivano due occhi di un color marrone deciso che ri ettevano pienamente il suo carattere combattivo. Avevo 18 anni a quel tempo ed già ero consapevole della scelta di vita che avevo intrapreso, riuscire ad esprimere tutto quello che conservavo gelosamen- te in me attraverso la mia pittura. Mia mamma morì a causa di un cancro allo stomaco, ebbe una degenza in ospedale di circa un mese dopo la quale, come è prassi in queste circostanze fu riman- data a casa per così riuscire a trascorrere l’ultimo tempo rimastogli con i propri affetti. Ricordo che una mattina mi chiamò, era nel letto ormai stremata da quel male che l’aveva rapidamente consu- mata, desiderava spiegarmi come avrei dovuto imparare ad usare la lavatrice così che poi anche da solo sarei stato in grado di mantenermi sempre in ordine, era proprio la mia mamma. Perchè ho deciso di scrivere di questo nel testo introduttivo a “Formazione Flycat”? Semplicemente per poter spiegare lo spirito attraverso il quale ho sempre affrontato il mio modo di fare arte, seguendo lo stesso modo di affrontare la vita che Mira mi insegnò: la semplicità e l’onestà. Mi rattrista vedere a volte artisti animati da motivazioni negative, mi chiedo come si possa voler creare un qualcosa utilizzando come strumenti risentimento e odio. “Mira”, signi ca puntare al proprio obiettivo e fare fuoco utilizzando quelle che sono le mie armi letali: le mie lettere. In questi anni ho avuto l’onore ed il privilegio di conoscere ed imparare da quelli che reputo i più grandi maestri dell’arte del Writing e non solo; la mia ricerca rispecchia il mio percorso, la mia infanzia, l’arte della mesoamerica, il subway writing della città di Gotham, gli anni vissuti a East los Angeles con la tradizione chicana, gli insegnamenti di Rammellzee, la terra di Mesopotamia, le ‘litterae caelestes’ dell’Impero Romano e l’Alfabeto Galattico. Il mio compito è quello di celebrarlo al meglio e di farlo attraverso la mia opera.