DARIO ZAFFARONI

GEOMETRIE CROMO-DINAMICHE

Mostra personale

3 OTTOBRE – 3 NOVEMBRE 2019
a cura di Alessandro Paolo Mantovani

LUCE E MOVIMENTO, L’ARTE COME ESPRESSIONE OTTICA
E CINETICA DELLA PERCEZIONE.

    

ArTchitettura cromoterapeutica
Sintesi dell’universo di geometrie asimmetriche e cromie inusuali di un genio illuminato. Approda a un punto fermo assoluto permettendo alla linea che divide l’arte dall’architettura di essere invisibile. Il Maestro concentra influenze, ispirazioni, aspirazioni e anni di progettazioni arTchitettoniche concentrandosi sul confine infinito della propria audacia nell’accostamento dei colori. Geometriche di delicata narrativa cromatica, simbolica, sono elaborazioni di espressionismo astratto, incantesimo grafico, poliedrico, eccentrico. Ci troviamo di fronte a una ricerca di identità evocativa, con l’utilizzo di elementi materici, come nastri e rulli, che ruotano attorno alla realtà dell’esperienza individuale, a un perno esistenziale che il Maestro sente e trasmette. In scena segni e colori di valenze tematiche formali dal risultato altamente affascinante e dallo spiccato eclettismo, evidenti connotazioni di forme finemente ricercate, di simboli in armoniosi accostamenti di forme disomogenee. Il Maestro è in perpetua evoluzione, compie scelte decorative sempre più convincenti, produce opere intense, riconoscibilissime e inequivocabili, contraddistinte da uno stile assolutamente unico, il primo in assoluto ad aver sperimentato tali ardite e certosine tecniche artistiche. Gli accostamenti cromatici proposti raggiungono un’unità poetica capace di far sprigionare emozioni e sentimenti latenti nel fruitore, capaci di far emergere una fresca emotività, che sembra derivare da un sogno primordiale con un fascino magnetico unico. Ancora una volta siamo invitati a compiere un viaggio: questa volta, però, non alla scoperta di luoghi lontani o attraverso dimensioni sconosciute, bensì nella geometria, quintessenza di una resa formale e di un’equilibrata estetica concettuale. Tutto è bilanciato e ponderato, in una sorta di matematica devozione all’equilibrio di forme, contenuti e visioni: dall’alto di un’elegante mente illuminata, discendono composizioni orizzontali, verticali e oblique anzichenò, schematicamente realizzate con geometrie cromoterapeutiche, un continuo fluire stiloso, in un perenne quanto calibrato stato di grazia. Le irradiazioni luminose della cromoterapia insite nelle opere del Maestro servono a migliorare le funzionalità biologiche delle cellule e del sistema immunitario. I colori e la luce sono in grado di modulare la psiche, di agire nello stato emotivo delle persone, si parla di rallegrare emozionando al tempo stesso. L’associazione perfetta di cromie è testimone di proprietà terapeutiche su tutto il corpo e funge da armonizzatore di tutti i disequilibri. In questa produzione artistica sono differenti i programmi di cromoterapia riconoscibili, infatti per rilassare la mente si passa dal blu al verde mentre per dare carica energetica si usa il passaggio dal giallo al rosso oppure dal bianco al verde. Convivenza perfetta di romanticismo e precisione matematica attraverso una griglia di quadrati radicali che determinano la cifra stilistica del Maestro complici i colori decisi, i materiali utilizzati e le dimensioni scalari, che donano alle opere una grafica netta e precisa. Uno splendore artistico che si esprime attraverso la purezza e la linearità delle forme, accompagnate da una passione quasi votiva per la cura rigorosa dei dettagli. Un lavoro lineare, almeno in apparenza, frutto di una precisione estrema e di tecnicismi virtuosi: linee che rivendicano un’importanza architettonica e rigorosa, fedeli al rispetto millimetrico di proporzioni e distanze, pena l’intera compromissione della creazione. Una serie rigorosa e netta, tripudio di una semplicità complessa senza tempo e volta a enfatizzare lo stile e l’eleganza del Maestro, che della cromia essenziale ha fatto il leitmotiv della propria interpretazione estetica con estrema passione e abbacinante ricerca formale.

Alessandro Paolo Mantovani   

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